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Gay & Bisex

Si comincia da piccoli [Pt. 1]


di alchest
09.08.2013    |    38.692    |    5 8.7
"Insegnavo in altre classi, ma il vostro vecchio professore è in malattia e io lo sostituirò" mi rispose "Mi spiace per lui, spero si rimetta..."
Questa storia parte in una categoria, ma terminerà in un'altra.. Se quindi fosse così apprezzato da volerne sapere il finale, potrete poi controllare dal mio profilo.
E' un racconto che ha del vero, ma non verrà detto quali parti lo sono. Inoltre questa prima parte non è molto esplicita.

In questo racconto non userò il mio nome odierno, mi chiamerò Alessio. Questo racconto risale alla mia infanzia, a quando ho conosciuto il mio migliore amico Dennis. Le amicizie da bambino nascono un pò così, per caso, e così nacque la nostra. Eravamo vicini di banco in seconda elementare, l'anno in cui il nostro rapporto è diventato molto più solido. Eravamo i due capo classe: tutti ci stavano dietro e volevano giocare con noi, quello che noi proponevamo gli altri facevano.
Era bellissimo il nostro rapporto, che andò avanti così fino alla 5^ elementare. Alle ultime settimane di scuola eravamo pieni di verifiche e ci uccidevamo di studio nonostante fossimo due bambini. Io andavo benissimo in inglese e italiano, lui in matematica e scienze, così ci aiutavamo a vicenda.
Una mattina, l'ultima settimana di scuola, mi svegliai con un'erezione. Era una cosa stranissima! Avevamo studiato l'apparato riproduttivo, ma sapevo che la maturità maschile si raggiungesse qualche anno più tardi.. E invece eccola lì, la mia prima erezione. Appena persa, scoprì che potevo farla tornare quando volevo. Finita la curiosità, feci colazione e andai a scuola. La giornata era una normae giornata di scuola: io e Dennis eravamo concentratissimi sullo studio ma, all'improvviso.. eccola. L'erezione. Mi imbarazzai, ovviamente, e Dennis lo notò. "Che c'hai?" mi chiese. "Eh.. sta mattina ho avuto una sorpresina" mi alzai il pantalone elasticizzato e la mutandina e scoprì quel che nascondevano. "Porca paletta ma come fai??" mi chiese, forse un pò invidioso "Che ne so, non l'ho voluta io! Me la sono ritrovata al risveglio!" "Ahah sei un mito!" mi disse, scoppiando a ridere. La maestra se ne accorse e ci fece tornare sui libri.
L'estate purtroppo arrivò, la scuola finì e io e Dennis ci salutammo sperando di ritrovarci nella stessa classe.. O almeno scuola. Due settimane dopo il termine della scuola, andai con mia mamma ad iscrivermi alle medie e la preside mi chiese "Hai delle preferenze sulla classe? Vorresti avere qualche amichetto con te?" mi brillarono gli occhi, un enorme sorriso mi si stampò in viso e le risposi "Sì, per favore. Il mio amico Dennis". La preside mi sorrise, quasi come se avesse capito quanto bene volessi al mio amico.
A Settembre, cominciò il primo anno di scuola media.. non lo scorderò mai: c'erano tantissime persone, tutti i genitori davanti all'entrata e un'orda di nanetti che correvano nel corridoio principale della scuola. La mia sezione era la B, primo piano. Trovai subito la porta ed entrai in classe, ero quasi l'ultimo accidenti! "Buongiorno professore". Lo salutai per cominciare la mia abitudine.. Non ero più alle elementari, non esisteva più la "maestra". Mi sentii un signorino!
Andai in un banco doppio con entrambi i posti liberi e mentre sistemavo la roba, di scatto si sedette qualcuno vicino a me, trascinando la roba sul banco. "Scemo non ti metti vicino a me??" Riconobbi quella voce: era Dennis! Eravamo nella stessa classe e la cosa mi confortò moltissimo: non avremo perso la nostra amicizia e il nostro percorso sarebbe stato più semplice, con un amico a fianco.
I mesi passarono e la differenza tra elementari e medie si faceva sentire, soprattutto per Dennis che non era più così bravo negli studi. Feci di tutto per aiutarlo, gli lasciavo copiare i miei compiti e quando possibile ci vedevamo per studiare assieme. Alla fine del primo anno, riuscì ad ottenere la sufficienza in tutte le materie, quindi il secondo anno l'avremo passato di nuovo assieme.
L'estate non ci vedemmo, io partì il mese di luglio e lui quello di agosto. Ma la seconda media cominciò presto e io non vedevo l'ora di passarla assieme a lui. Entrai in classe: sta volta ero uno dei primi! Il professore era nuovo quindi ne approfittai per presentarmi.
"Buongiorno professore. Lei è nuovo, giusto?" gli chiesi, avvicinandomi alla cattedra - "Sì, sono il nuovo professore di matematica.. Insegnavo in altre classi, ma il vostro vecchio professore è in malattia e io lo sostituirò" mi rispose "Mi spiace per lui, spero si rimetta presto!" gli dissi, e tornai al mio posto. "Anche quest'anno non ti sei accorto di me.. Stronzo" mi girai e vidi un ragazzone, che ad una seconda occhiata mi fu molto più familiare: era Dennis! Era cresciuto tantissimo, non l'avevo nemmeno riconosciuto.. Più alto, abbronzato e la sua voce era più grave. "Ma chi se tu?? Dov'è tuo fratello? Tu sei il fratello maggiore di Dennis!" gli dissi scherzando. Lui mi prese la testa sotto braccio e mi grattò i capelli "Sono io scemo!" Ci mettemmo a ridere e a raccontarci delle nostre vacanze, ma presto suonò la campanella e la lezione cominciò.
La classe era un pò diversa: anche Luca e Simone dietro di noi erano cresciuti, Alessandra e Francesca avevano il seno, gli altri invece erano rimasti ancora un pò sfigatelli. Non che io non lo fossi... ero il secchione della classe. Ma mantenevo ancora il carisma delle elementari: molti compagni volevano stare con me e Dennis, quindi gli amici non mi mancavano.
Intorno al mese di aprile, Dennis tornò un Lunedì tutto felice e con un nuovo taglio di capelli. Ma arrivò tardi, e il tempo di chiedergli come mai fosse così felice non lo avevo avuto.. Così usammo il nostro solito trucchetto: lui chiedeva di andare in bagno e io facevo finta di starnutire per uscire a soffiarmi il naso così potevamo stare fuori a farci un giro e chiacchierare.
"Vieni - mi disse - devo andare a pisciare" andammo al bagno dei laboratori dove non c'era mai nessuno, sennò gli insegnanti ci avrebbero fatti tornare in classe. Entrammo in bagno e mentre facevamo i nostri bisogno gli chiesi "come mai sei così felice e carino? Col nuovo tagli di capelli, addirittura!" "Ieri c'è stato il matrimonio di mia sorella, è stato bellissimo! C'era un sacco di cibo e io ero fighissimo in giacca e cravatta!" "E sì, ci credo.. avrei voluto vederti!" gli dissi, ma lui non afferrò la mia sincerità. Io avevo finito e uscii dal bagno, lui si stava scrollando ma fece un suono di dolore. "Che hai?" gli chiesi "Eh ieri mentre mi tiravo su la lampo del pantalone, mi son pinzato l'uccello... E' troppo grosso!" mi rispose ridendo "Più grosso del mio alle elementari?" gli dissi sfidandolo "Hai voglia! E' enorme" mi disse "Dai sfida! Fa vedere!" uscì dal bagno sistemandosi il pantalone, con ancora la mutanda e toccandosi il cazzo mi disse "Ma mò è moscio, vedi?". Mi venne involontario toccarlo..e lui si fece toccare. Nessuno dei due fece parola, così io continuai a stringerlo cominciava a crescere. Ma era troppo invitante per tenerlo solo in mano, così mi inginocchiai. "Cazzo fai, scemo?" mi urlò tirandomi uno schiaffo sulla fronte. Rimasi in ginocchio, imbarazzato, a guardarlo negli occhi. Lui serio, io shockato.
"Chi c'è qui?? Non si può stare nel bagno dei laboratori!" era il nuovo professore di matematica. Sentendo la sua voce, tornammo in classe.
"Scusa" gli dissi, ma lui non rispose.
Non ci parlammo per quel giorno e nemmeno ci organizzammo per studiare assieme il pomeriggio.
Il giorno dopo, però, mi si sedette vicino e con un sorriso mi disse "Scusami, ero confuso". Sorrisi, annuendo. E cercammo di tornare alla nostra tranquillità di sempre.
Qualche mese dopo, arrivata la primavera, arrivò anche il nostro saggio di musica. Io ero il più bravo a suonare il flauto e sedevo in prima fila, assieme ai più bravi delle altre classi. Tra questi, il mio vicino era Francesco, un bellissimo ragazzo col sorriso da furbetto che mi sorrise subito. Al primo intervallo tutti si alzarono per sgranchirsi le gambe, ma io rimasi al mio posto a ripassare le canzoni. Arrivò Dennis a vedere come stavo, e dopo poco anche lui andò con gli altri a divertirsi. Era proprio carino quel giorno: camicia bianca dentro al pantalone, capelli ingellati... E al sole di mezzogiorno, i suoi occhi verdi erano due pietre brillanti.
"E' il tuo fidanzatino?"
Mi girai di scatto, con gli occhi sgarrati e le guance rosse per l'imbarazzo.
"Sc..scusa cos'hai detto?" era Francesco, con quel suo sorrisino malizioso. "Sembra il tuo fidanzato, talmente hai sorriso appena l'hai visto!" ero imbarazzato, ma non volevo fare brutta figura. "Ma no, che dici? E' il mio migliore amico!" "Meno male, allora... potevo diventare geloso.." mi fece un occhiolino e mi appoggiò la mano sulla gamba. "Io ho capito come sei... chi sei... dentro di te, lo sai anche tu"
non ebbi la possibilità di rispondergli. Volevo urlargli contro, ma eravamo nel mezzo di un saggio e lui era proprio vicino a me.
Riprendemmo a suonare, il saggio finì e, una volta alzato, non vidi più Francesco.
Tornai a casa nel pomeriggio, ancora pensando a quello che mi disse. 'Brutto scemo, chi si crede di essere??' continuavo a pensare. Ma era quell'arrabbiatura che, pensandoci ora, era in realtà una grande curiosità per quel fascino misterioso. Non sembrava un coetaneo, sembrava un ragazzo più grande, esperto. Eppure non lo vidi più.
Il secondo anno finì, ma il terzo si avvicinava e sarebbe stato forse l'anno scolastico più emozionante vissuto fino a quel momento.
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